EMERGENZA CORONAVIRUS

A seguito della chiusura della RSA a parenti e visitatori, è a disposizione la possibilità di contatto telefonico, con:

  •   Responsabile Sanitario: da lunedì a venerdì, dalle 13:00 alle 14:00;
  • Coordinatore: da lunedì a venerdì dalle 16:00 alle 17:00;
  • Infermieri in tutte le altre fasce orarie.

Abbiamo attivato un servizio di videochiamata effettuato dal nostro personale, che tutti i giorni (escluso domenica) dalle ore 9:30 alle ore 12:00  favorisce il contatto tra ospiti e familiari.

A seguito della chiusura del CDI, abbiamo attivato il servizio pasti a domicilio per i nostri utenti che versano in situazioni di carenza familiare.



A Castenedolo nasce il Caffè Alzheimer

Proposto in Olanda dal 1997, rientra negli interventi di tipo psicosociale: ad oggi oltre che nei Paesi Bassi ne sono nati altri anche nel Regno Unito, Italia, Grecia, Australia e Stati Uniti d’America. Rivolto principalmente a coloro che affrontano le fasi della malattia, viene concepito come un luogo sicuro nel quale si respira un’atmosfera rilassata e accogliente, nel quale i partecipanti possano esprimere se stessi, essere ascoltati e trovare conforto nella loro lotta contro l’isolamento e la solitudine. E’ un luogo dove familiari e malati possono recarsi insieme, scoprire che non sono soli e capire come altri fanno fronte alla malattia e alle sue conseguenze. L’idea di Caffè Alzheimer nasce proprio per dare risposta ai bisogni dei malati e delle loro famiglie, fornendo spazi per la condivisione delle numerose difficoltà pratiche e per l’espressione delle emozioni spesso inascoltate. Psicologi, educatori e altri professionisti sono presenti per fornire informazioni sugli aspetti medici e psicosociali della demenza, offrire la possibilità di parlare apertamente dei propri problemi (riconoscimento e accettazione sociale), promuovere la socializzazione e prevenire l’isolamento delle persone con demenza e delle loro famiglie. Gli incontri, nello svolgimento pratico, presentano una duplice natura: quella terapeutica, che dà spazio anche all’informazione, e quella della socializzazione, alla quale è riservata una notevole considerazione. Viene facilitata la comunicazione anche in maniera informale, lo scambio di esperienze, il colloquio con operatori e specialisti. È proprio questa atmosfera tranquilla e accogliente, associata al fatto che tali incontri si svolgono in un ambiente a bassa soglia di accesso, che contribuisce a soddisfare i bisogni di appartenenza, accettazione e riconoscimento.

Lo stress dei caregiver si riduce, i familiari riferiscono maggiore conoscenza e minore senso di vergogna, i pazienti più serenità; aumenta la percezione dei familiari della presenza di un sostegno professionale; la presenza di uno staff motivato (educatori, psicologi) e la cooperazione con gli altri servizi attivi sul territorio risulta estremamente positivo per i familiari, soprattutto se il progetto viene creato sulle caratteristiche e sui bisogni dei familiari.

I molti obiettivi vengono raggiunti con l’impiego organizzato e attento delle risorse a disposizione; non è un bar, ma nemmeno un centro di studi scientifici. Inoltre, il tentativo di usare strumenti comuni è ideale per non disperdere risorse, e per confrontare i risultati.

Per coniugare programmi, efficacia ed efficienza è nato, nel 2012, il Coordinamento degli Alzheimer Caffè di Bergamo e Brescia, che coinvolge una decina di centri e figure professionali multidisciplinari (educatori, psicologi, geriatri, neurologi) con molteplici obiettivi: identificare i criteri per la creazione di un centro, i criteri per il personale, i programmi, i principali fruitori e le modalità di svolgimento degli incontri. Il gruppo ha creato un manuale con le indicazioni principali per gli AC, con protocolli comuni, sia per i familiari sia per i pazienti. E’ stata studiata una metodologia di valutazione del malato e del familiare, per comprendere le caratteristiche cognitive e psicologiche all’inizio e durante il percorso degli incontri oltre che verificarne l’efficacia.

In base a queste esperienze si è giunti ad uniformare comuni modalità di approccio e di gestione dei pazienti e familiari, pur mantenendo la specificità ed unicità relative al contesto in cui sono inseriti. Un altro obiettivo è di creare un collegamento con le Unità di Valutazione Alzheimer e gli altri Centri già esistenti (ASL, Centri Diurni, RSA), per collocare gli AC all’interno del sistema a rete delle cure per la demenza.

La Fondazione Pio Ricovero Inabili al Lavoro, con questo intervento, vuole esprimere un’esperienza di continuità. Ogni lunedì dalle 15.00 alle 17.00 nei locali di Palazzo Frera, messi a disposizione dal Comune, il Caffè Alzheimer, con il supporto della Cooperativa La Rondine, darà, a tutte le persone affette da demenza e ai loro familiari e/o caregiver, l’opportunità di condividere e confrontarsi con chi affronta le stesse difficoltà.

Il servizio è condotto da operatori e professionisti del Pio Ricovero e della Cooperativa La Rondine e la partecipazione è gratuita. Dopo l’iscrizione si potrà entrare nell’ambiente confortevole, intimo e riservato del Caffè Alzheimer, assistiti dagli operatori a disposizione per ascoltare, rispondere, discutere di difficoltà specifiche, aiutare le famiglie ad affrontare con competenza il carico dell’assistenza. Contemporaneamente sono organizzati momenti dedicati ai soli familiari.

Per il malato è importante entrare in contatto con le persone, vivere ogni incontro in una situazione di serenità. Vengono soprattutto proposte attività di gruppo: interventi il cui intento è sollecitare e mantenere un ottimale livello delle funzioni fisiche, psicologiche e sociali, mediante attività ludico-ricreative che siano rispondenti ai bisogni ed alle necessità della persona. In base allo scopo da raggiungere, le attività che possono essere proposte sono lavori pratici manuali, passeggiate all’aperto, motricità finalizzata, pet-terapy, attività indirizzate alle capacità cognitive (gioco a carte, canto e lettura, fotografie, preparazione di piccoli oggetti), attività che agiscono sulla capacità di ogni individuo di definire il proprio sè ed essere in grado di rapportarsi con gli altri (merenda, feste, balli). Si propongono attività in piccolo gruppo al fine di favorire la socializzazione e stimolare la partecipazione dei malati. E’ altrettanto indispensabile attuare interventi individualizzati, compresi cicli di stimolazione cognitiva, in base alle singole necessità.

Per il familiare è importante poter parlare con persone competenti, dalle quali ricevere informazioni su come comportarsi, sul significato della malattia e sulle possibili forme di assistenza attuabili. Il Caffè rappresenta uno spazio di condivisione del problema, di scambio e acquisizione di nuove conoscenze per i familiari, ma anche di promozione del benessere. I familiari possono partecipare alle attività dirette al proprio caro mettendosi in gioco e riscoprendo, in questo modo, la bellezza del “fare insieme”.

I caregiver possono inoltre svolgere attività parallele a quelle proposte ai malati, come partecipare a incontri informativi e formativi su tematiche relative alla demenza o su altri argomenti (alimentazione, malattie somatiche, aspetti economici) e partecipare a momenti di gruppo, confronto e scambio di esperienze.

La nuova scommessa: favorire la giusta pausa per chi assiste familiari con demenza

Per maggiori informazioni: Pio Ricovero Inabili al Lavoro – Via Pluda, 10 – tel. 0302731184 – mail: pioricovero@intred.net

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